Oggi voglio parlarvi di musica, di un grande della musica
italiana: Fabrizio De André.
Nel 1974 il Faber (così come amava soprannominarlo Paolo
Villaggio) pubblicò Canzoni, il suo settimo album, che conteneva ben undici
tracce. Tra queste non passò inosservato il secondo brano del lato A, Le
Passanti, una canzone straordinaria che ritengo, personalmente, una delle più
belle pubblicate dal cantante genovese. A questo punto molti di voi si
chiederanno: cosa c’entrano De Andrè e questa canzone con il Gemellaggio?
Domanda del tutto lecita, alla quale vi rispondo immediatamente. Forse non
tutti sanno che Le Passanti (Les Passantes in francese) è stata incisa nel 1972
da Georges Brassens, cantautore francese, e si basa su una poesia di Antoine
Pol (poeta minore francese) che lo stesso Brassens scoprì su di una raccolta
del 1918. De André, affascinato dal testo e dalla musica di questa canzone,
decise di reinterpretarla in italiano, portandola al successo anche nel
panorama musicale italiano. Ma di cosa parla questa canzone? Le Passanti è il
canto lento che gira intorno a ciò che non abbiamo mai avuto: è lo struggimento
per una felicità intravista ma mai raggiunta, con il rimpianto che diventa un'abitudine.
Il testo della canzone parla della nostalgia degli amori impossibili,
irrealizzati per forza d’inerzia e per mancanza di coraggio, ma che diventano
consolatori nei momenti di sconforto e solitudine.
“Allora nei momenti
di solitudine
quando il rimpianto
diventa abitudine
una maniera di
viversi insieme,
si piangono le labbra
assenti
di tutte le belle
passanti
che non siamo
riusciti a trattenere.”
La vista di una donna (che non si è riusciti neanche a
sfiorare) è un’occasione per la nostra illusione di essere un perfetto amante
mancato. Questa “funzione consolatoria” ci riporta alla memoria anche una
poesia di Charles Baudelaire dedicata ad una passante e contenuta nella sua
raccolta “I fiori del male”. In questa poesia, il poeta rimane affascinato nel
caos urbano da una donna stupenda, vestita a lutto, elegante e nobile nel
portamento. Di lei nota le mani, gli occhi e lo sguardo dolcissimo, ma al tempo
stesso carico di sofferenza. Non la ferma però, e sempre rimpiangerà (come
cantano anche Brassens e De André) un amore consapevole ma mai colto.
Di fronte ad una canzone di tale levatura morale non si può
assolutamente restare indifferenti, così come non può passare inosservato un
piccolo particolare: l’Italia e la Francia sono da sempre legate da un rapporto
indissolubile, soprattutto quando si parla di cultura. Fateci caso: partendo da
Le Passanti cantata da Fabrizio De Andrè ci siamo ritrovati, in un attimo, in
Francia, passando da Brassens a Pol, fino ad arrivare al grande Baudelaire. Insomma,
due Paesi i nostri da sempre legati da una costante e immutata amicizia!
Lino
ps: al seguente link potete ascoltare la versione di Fabrizio De Andrè: http://www.youtube.com/watch?v=HAro5MwOQxw
Aujourd’hui, je veux vous
parler de musique, d’un grand de la musique italienne : Fabrizio De André.
En 1974, Faber (comme aimait le
surnommer Paolo Villaggio) publia « Canzoni », son septième album qui
comptait onze compositions. Parmi celles-ci ne passa pas inaperçu le second morceau
de la face A, « Les passantes », une chanson extraordinaire que je
tiens personnellement pour l’une de plus belles du chanteur génois. A cet
instant, beaucoup d’entre vous se demanderont ce que De Andrè et cette chanson
ont à voir avec le jumelage. Question parfaitement légitime à laquelle je
réponds immédiatement.
Peut-être ne savez-vous pas
que « Le Passanti » (Les Passantes, en français) a été enregistrée en
1972 par Georges Brassens, chanteur et auteur français, inspirée d’un poème d’Antoine
Pol (poète mineur français) que le même Brassens a découvert dans un recueil de
1918. De Andrè, fasciné par le texte et la musique de cette chanson, décida de
la reprendre en Italien, l’imposant comme un des succès du paysage musical
italien. De quoi donc parle cette chanson ? Le Passanti est un chant lent
qui évoque ces choses que nous n’avons jamais obtenues : c’est le chagrin qu’on
a d’un bonheur entrevu mais jamais atteint, avec les regrets qui deviennent une
habitude. Le texte de la chanson parle de la nostalgie des amours impossibles,
non réalisées par la force de l’inertie et par le manque de courage, mais qui
deviennent consolation dans les moments de découragement et de solitude.
Quand le regret devient une habitude,
Une manière de « se vivre ensemble »,
On pleure les lèvres absentes
De toutes les belles
passantes
Qu’on n’a pas su retenir. »
Face à une chanson d’une telle
élévation morale, il est absolument impossible de rester indifférent, comme on ne
peut manquer de remarquer ce petit détail : l’Italie et la France sont
depuis toujours liées par un lien indissoluble, surtout lorsqu’on parle de
culture. Ainsi voyez : partant des « Passantes » chantées par
Fabrizio De Andrè, nous nous sommes retrouvés en France en un instant, évoquant
Brassens puis Pol, pour finir par le grand Baudelaire. En somme, depuis
toujours, ces deux pays qui sont les nôtres sont liés par une constante et
immuable amitié !
Lino
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